Arno PETERS, storico e cartografo tedesco
Arno Peters nacque il 22 maggio 1916 a Berlino - Charlottenburg da Bruno e da Laura
Peters. Il padre era dirigente ferroviario. Conclusi gli studi medi, frequentò i corsi di storia
dell'arte, storia e giornalismo presso la Friedrich - Wilhelms - Università di Berlino. Si
laureò in queste materie conseguendo il dottorato di ricerca.
Già da studente P. aveva lavorato ad un progetto di rappresentazione spaziale-grafica del
tempo. Nel 1941 produsse il primo abbozzo di una rappresentazione storica che mirava ad
evidenziare la contemporaneità e che rappresentava i rapporti storici attraverso una
visualizzazione immediata della contemporaneità e della successione temporale. Su questa
base nacque la sua «Storia del mondo otticamente sincronica». Mise sullo stesso piano la
storia europea e la storia delle grandi culture asiatiche ed africane, così come la storia
dell’America precolombiana. Gli premeva anche rappresentare tutte le sfere d'interesse
antropologico, perciò la storia della politica e delle guerre, di solito predominante, passò in
secondo piano rispetto a quella dell'arte, della scienza, della tecnica, della religione, della
filosofia e del diritto. La «Storia del mondo otticamente sincronica» di Peters fece la sua
comparsa per la prima volta nel 1952 e da allora in dieci altre edizioni.
Dal 1965 P. si applicò ad opere geografiche che tendessero, come la sua «Storia del
mondo», a risolvere l’immagine europocentrica del mondo. Nel 1973 presentò la propria
proiezione della mappa terrestre con il titolo «I paesi della terra in una rappresentazione
fedele alla superficie». Disponendo i gradi di longitudine e di latitudine ad angolo retto
voleva unire alla fedeltà alla superficie anche la fedeltà alla situazione e alle scale. Alla
proiezione di Mercature contestò deformazioni a favore delle zone abitate dall'uomo bianco e
un inammissibile ingrandimento della Germania. Da anni P. lavora ad un nuovo, paritetico
atlante del mondo. Per l’Università delle Nazioni Unite espose la sua concezione
cartografica in un'opera teorica («La nuova cartografia»), in cui demitizza la teoria
cartografica finora dominante. Nel suo Catalogo di nuove qualità cartografiche, accanto
alle qualità matematiche, finora le uniche a determinare una scala di misura, compaiono
qualità pratiche, estetiche e didattiche.
In un secondo tempo P. generalizzò la sua proiezione in modo da adattarla sia a singole
parti della superficie terrestre, sia a tutta la superficie terrestre. Questo gli permise di avere
una modalità di proiezione unitaria. Intanto la «Carta di Peters» veniva pubblicata in 107
edizioni in diverse lingue con una tiratura complessiva di quasi 16 milioni di esemplari.
Willy Brandt attraverso la commissione Nord-Sud assunse la «Carta di Peters» a simbolo
della parità di diritti dei popoli. Le Chiese ne curarono l'edizione per lo stesso motivo:
Weltmission, Misereor e Missio nella Repubblica Federale Tedesca, la Caritas nei Paesi
Bassi, Broederlijk delen in Belgio, il Comité Catholique in Francia, Christian Aid in Gran
Bretagna, il National Council of Churches negli Stati Uniti. Attraverso l'UNICEF venne
diffusa in tutto il mondo.
P. univa intanto alla sua produzione di libri e di carte geografiche l'elaborazione di una
filosofia della storia, la cui idea fondamentale aveva esposto nel 1978: «La periodizzazione
della storia e l’immagine del mondo storico dell'uomo». In questi ultimi anni ha lavorato ad
un miglioramento della notazione musicale e nel 1984 ha presentato, in occasione delle
celebrazioni mozartiane a Salisburgo, la sua notazione basata sui colori, simile a quella in
ottave, ma senza accidenti. Ora sta elaborando l'utilizzo della sua notazione nella pedagogia
della musica («ABC per pianoforte a colori»).